Anche a me suona strato questo titolo… Ma la domanda che mi sto ponendo ora è proprio questa: che senso ha l’estate intesa come vacanza se poi vacanza non è? Questo vale un po’ per tutti, ma in special modo per i dislessici. Uno degli aspetti della dislessia è quello di perdere facilmente le abilità se non ci si esercita in continuazione. Una vera contraddizione a quelli che sono i compiti estivi. Quello che mi hanno insegnato nei corsi è che l’estate dovrebbe essere proprio un modo per colmare alcune lacune che durante l’anno scolastico sono difficili da combattere causa ore di lezione, studio a casa, attività sportive e ricreative. Ok, va tutto bene, ma come la mettiamo con l’oppositività (io la chiamerei naturale avversione per i compiti di un dsa…) che si manifesta già dalla seconda sillaba della parola “compiti”? Prendere un libro di esercitazione equivale a far fare i compiti come a scuola, con tutte le conseguenze del caso: oppositività, senso di frustrazione, bisogno di aiuto, arrabbiature dei genitori e via dicendo.
Durante l’anno usiamo strumenti innovativi e tecnologici per fare terapia, quindi perché non usarli anche per fare i compiti estivi? In più: perché i compiti estivi consistono solamente nel fare gli esercizi? Non sarebbe più costruttivo fare attività di “reportistica” durante le vacanze facendo foto, caricandole sul web e commentarle? Quale narrazione migliore di questa che racconta una avventura vissuta di persona, con la possibilità di mostrare foto o video ed allegare dei commenti o delle riflessioni? Diciamo che può essere una sorta di Story Teller fai da te. Per i più pigri (per esempio… io) si possono usare strumenti meravigliosi come Adobe Voice, totalmente gratutito e che fornisce degli schemi da seguire per raccontare delle storie inserendo le tue foto, qualche secondo di commento vocale, effetti di animazione ed una serie enorme di emoticon.
Si diceva “per quest’anno non cambiare…” invece direi proprio di farlo. Le abilità matematiche possono essere esercitate con dei giochi sulla spiagga: le frazioni si possono fare con dei giochi con le formine, si possono fare le operazioni con le conchiglie e via dicendo.
Forse il libro ideale delle vacanze estive potrebbe essere proprio questo: un vademecum dei giochi di spiaggia che contenga dei subliminali esercizi di letto-scrittura e matematica…
Chissà che qualche mente illuminata non lo faccia.
Alla prossima.
Stefano
Il senso dell’estate
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